Quella che non sei

Nella notte delle stelle cadenti sono qui,in giardino,con un bicchiere di vino (la rima non è voluta,lo giuro) ad aspettare di vedere un movimento,anche piccolo,lassù nel cielo terso (avrei potuto scrivere blu, ma poi le rime sarebbero diventate due e avreste pensato ad una forzatura 😉).

Mentre sto con il naso all’insù cerco di distinguere qualche costellazione,ma la mia conoscenza di astronomia inizia e finisce con il Grande Carro. Poco male.

L’unica cosa che mi interessa è sapere di averti lì,tra i lumicini sopra di me,non per forza il più luminoso (non sarebbe da te farti notare in un modo così da spaccone) ma sicuramente il più intenso. Piccolo ma forte. Un po’ come eri tu fino ad un anno fa,fino all’ultimo giorno,fino all’ultimo respiro.

Oggi,chissà perché,ho riascoltato tutte le canzoni di Ligabue,da quelle cantate a squarciagola in mezzo alla bolgia di uno stadio,a quelle appena sussureste sulla riva di un fiume (e chi conosce il repertorio direi che è un chiaro e voluto riferimento). E come non mi succede per nessun altro,i brividi hanno attraversato il mio corpo dalla prima all’ultima,rievocando dolci ricordi e amare lacrime. Molte sono quasi egoriferite,come se Luciano le avesse scritte solo ed esclusivamente per me. Altre rimandano a immagini,stralci di passato ed emozioni che riguardano te,noi. Il primo concerto mancato (da me); il primo concerto per me,di lui; il primo cd; la prima audiocassetta praticamente distrutta durante un’estate;il cd sempre e comunque inserito nel lettore a fare da colonna sonora ai nostri weekend. E una canzone,che all’epoca non capii ma alla quale adesso,anche grazie alla terapia,riesco a dare un significato e un’interpretazione. Me l’hai sempre dedicata,senza spiegarmi mai il motivo e senza darmi una chiave di lettura che potesse viziare la mia visione del significato.

Oggi,finalmente,riascoltandola ho capito cosa volessi dirmi e mi chiedo,ancora una volta,quanto tu mi conoscessi davvero e quanto ti piacesse la “me” di oggi.

Io,oggi,sto imparando a conoscermi; e a piacermi,nonostante i difetti e le fragilità. Mi piace pensare che la “me” di oggi sarebbe piaciuta anche a te❤

Con amore,

V.

https://youtu.be/Q6IYAb1iwiw

Avevano spento anche la luna

Avevano spento anche la luna

Vi ricordate che vi ho accennato nello scorso articolo di alcuni dejà-vu per l’ultimo libro che stavo leggendo? Beh,devo ammettere che,al termine della lettura,mi è rimasto comunque un grosso dubbio sul fatto di averlo letto o meno😉

Quello che però non cambia è la bellezza di questo libro,scritto come un diario,una testimonianza di chi ha vissuto l’inferno senza capirne il motivo e ne è uscito come un fantasma. Si parla di una delle pagine più buie del ventesimo secolo,non solo per la crudeltà di quello che queste persone hanno dovuto subire, ma soprattutto per la loro impossibilità nel parlarne apertamente una volta terminata la loro condanna. Perché di condanna si parla,a 25 anni di lavori forzati all’interno dei gulag siberiani,dove centinaia di migliaia di cittadini lituani,estoni,lettoni e finlandesi sono stati spediti e reclusi dal regime comunista di Stalin. Di quell’epoca si conosce molto poco e molto poco è stato portato alla luce perché,una volta tornati nella loro patria,questi fantasmi sono stati isolati come veri e propri criminali da chi aveva preso il loro posto nelle loro vite:russi trasferitisi in Lituania e negli altri paesi balcani,usurpando le loro case e persino la loro identità. Tornare sperando di ricominciare una vita normale e ritrovarsi costretti al silenzio, perseguitati e tacciati dei peggiori crimini. Aver lottato duramente e strenuamente per sopravvivere alle condizioni estreme nelle quali sono stati costretti a lavorare per anni,contro malattie terribili,temperature proibitive e cibo sempre insufficiente; per poi ritrovarsi nelle stesse condizioni ma nel paese che in teoria è la loro casa.

Aver paura di raccontare il proprio vissuto,questo libro nasce esattamente da questa volontà e necessità. Grazie alle testimonianze di persone che sono tornate dopo 10 anni di soprusi e si sono ritrovate di nuovo sole con le proprie sofferenze. L’autrice,di origini lituane,ha ripercorso grazie a queste persone gli anni di efferata crudeltà del regime staliniano,spesso coperto o volutamente ignorato dai paesi occidentali,troppo occupati a combattere un altro mostro,Hitler. Ha voluto raccontare la storia dagli occhi di una ragazza appena adolescente,piena di sogni e speranze,piena di talento artistico e pronta per fare il suo ingresso nel mondo. Una notte tutto questo viene spazzato via e comincia il lungo cammino che porterà migliaia di deportati ad attraversare la Russia fino all’estrema Siberia,tra soprusi,privazioni,malattie,addii e separazioni. Nel corso del viaggio conoscerà molte persone per bene, incontrerà quello che un giorno diventerà suo marito e che ritroverà dopo il rientro in patria,combatterà una guerra contro la violenza a suon di disegni e scritti,nascosti e tenuti al sicuro per quando un giorno potrà finalmente rivelare la realtà. Giorno che,appunto,non arriverà mai.

Inizia il viaggio bambina e tornerà ormai adulta,provata da ogni sofferenza possibile e immaginabile,con una forza e una voglia di sopravvivere che saranno le sue uniche alleate verso la libertà.

Un libro bello,intenso,crudo,che fa riflettere e che dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani di oggi su quanto siano fortunati a vivere come vivono anche grazie alle persone che nel romanzo parlano e raccontano la loro non-vita. Una finestra su un passato pieno di molte ombre e pochissime luci,intriso di negazione e rigurgito da parte di quelli che hanno preso parte a questa deportazione di massa e non hanno mai ammesso le loro colpe. Nessuno ha mai pagato per quanto successo e nessuno mai pagherà,nonostante ci siano prove incontrovertibili delle violenze e dei crimini perpetrati su popolazioni per la maggior parte innocenti.

Un libro che consiglio vivamente,che vi farà riflettere a lungo e che sono sicura rimarrà per molto tempo impresso nella memoria.

Alla prossima,

V.

Avevano spento anche la luna

Avevano spento anche la luna

Vi ricordate che vi ho accennato nello scorso articolo di alcuni dejà-vu per l’ultimo libro che stavo leggendo? Beh,devo ammettere che,al termine della lettura,mi è rimasto comunque un grosso dubbio sul fatto di averlo letto o meno😉

Quello che però non cambia è la bellezza di questo libro,scritto come un diario,una testimonianza di chi ha vissuto l’inferno senza capirne il motivo e ne è uscito come un fantasma. Si parla di una delle pagine più buie del ventesimo secolo,non solo per la crudeltà di quello che queste persone hanno dovuto subire, ma soprattutto per la loro impossibilità nel parlarne apertamente una volta terminata la loro condanna. Perché di condanna si parla,a 25 anni di lavori forzati all’interno dei gulag siberiani,dove centinaia di migliaia di cittadini lituani,estoni,lettoni e finlandesi sono stati spediti e reclusi dal regime comunista di Stalin. Di quell’epoca si conosce molto poco e molto poco è stato portato alla luce perché,una volta tornati nella loro patria,questi fantasmi sono stati isolati come veri e propri criminali da chi aveva preso il loro posto nelle loro vite:russi trasferitisi in Lituania e negli altri paesi balcani,usurpando le loro case e persino la loro identità. Tornare sperando di ricominciare una vita normale e ritrovarsi costretti al silenzio, perseguitati e tacciati dei peggiori crimini. Aver lottato duramente e strenuamente per sopravvivere alle condizioni estreme nelle quali sono stati costretti a lavorare per anni,contro malattie terribili,temperature proibitive e cibo sempre insufficiente; per poi ritrovarsi nelle stesse condizioni ma nel paese che in teoria è la loro casa.

Aver paura di raccontare il proprio vissuto,questo libro nasce esattamente da questa volontà e necessità. Grazie alle testimonianze di persone che sono tornate dopo 10 anni di soprusi e si sono ritrovate di nuovo sole con le proprie sofferenze. L’autrice,di origini lituane,ha ripercorso grazie a queste persone gli anni di efferata crudeltà del regime staliniano,spesso coperto o volutamente ignorato dai paesi occidentali,troppo occupati a combattere un altro mostro,Hitler. Ha voluto raccontare la storia dagli occhi di una ragazza appena adolescente,piena di sogni e speranze,piena di talento artistico e pronta per fare il suo ingresso nel mondo. Una notte tutto questo viene spazzato via e comincia il lungo cammino che porterà migliaia di deportati ad attraversare la Russia fino all’estrema Siberia,tra soprusi,privazioni,malattie,addii e separazioni. Nel corso del viaggio conoscerà molte persone per bene, incontrerà quello che un giorno diventerà suo marito e che ritroverà dopo il rientro in patria,combatterà una guerra contro la violenza a suon di disegni e scritti,nascosti e tenuti al sicuro per quando un giorno potrà finalmente rivelare la realtà. Giorno che,appunto,non arriverà mai.

Inizia il viaggio bambina e tornerà ormai adulta,provata da ogni sofferenza possibile e immaginabile,con una forza e una voglia di sopravvivere che saranno le sue uniche alleate verso la libertà.

Un libro bello,intenso,crudo,che fa riflettere e che dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani di oggi su quanto siano fortunati a vivere come vivono anche grazie alle persone che nel romanzo parlano e raccontano la loro non-vita. Una finestra su un passato pieno di molte ombre e pochissime luci,intriso di negazione e rigurgito da parte di quelli che hanno preso parte a questa deportazione di massa e non hanno mai ammesso le loro colpe. Nessuno ha mai pagato per quanto successo e nessuno mai pagherà,nonostante ci siano prove incontrovertibili delle violenze e dei crimini perpetrati su popolazioni per la maggior parte innocenti.

Un libro che consiglio vivamente,che vi farà riflettere a lungo e che sono sicura rimarrà per molto tempo impresso nella memoria.

Alla prossima,

V.

Avevano spento anche la luna

Avevano spento anche la luna

Vi ricordate che vi ho accennato nello scorso articolo di alcuni dejà-vu per l’ultimo libro che stavo leggendo? Beh,devo ammettere che,al termine della lettura,mi è rimasto comunque un grosso dubbio sul fatto di averlo letto o meno😉

Quello che però non cambia è la bellezza di questo libro,scritto come un diario,una testimonianza di chi ha vissuto l’inferno senza capirne il motivo e ne è uscito come un fantasma. Si parla di una delle pagine più buie del ventesimo secolo,non solo per la crudeltà di quello che queste persone hanno dovuto subire, ma soprattutto per la loro impossibilità nel parlarne apertamente una volta terminata la loro condanna. Perché di condanna si parla,a 25 anni di lavori forzati all’interno dei gulag siberiani,dove centinaia di migliaia di cittadini lituani,estoni,lettoni e finlandesi sono stati spediti e reclusi dal regime comunista di Stalin. Di quell’epoca si conosce molto poco e molto poco è stato portato alla luce perché,una volta tornati nella loro patria,questi fantasmi sono stati isolati come veri e propri criminali da chi aveva preso il loro posto nelle loro vite:russi trasferitisi in Lituania e negli altri paesi balcani,usurpando le loro case e persino la loro identità. Tornare sperando di ricominciare una vita normale e ritrovarsi costretti al silenzio, perseguitati e tacciati dei peggiori crimini. Aver lottato duramente e strenuamente per sopravvivere alle condizioni estreme nelle quali sono stati costretti a lavorare per anni,contro malattie terribili,temperature proibitive e cibo sempre insufficiente; per poi ritrovarsi nelle stesse condizioni ma nel paese che in teoria è la loro casa.

Aver paura di raccontare il proprio vissuto,questo libro nasce esattamente da questa volontà e necessità. Grazie alle testimonianze di persone che sono tornate dopo 10 anni di soprusi e si sono ritrovate di nuovo sole con le proprie sofferenze. L’autrice,di origini lituane,ha ripercorso grazie a queste persone gli anni di efferata crudeltà del regime staliniano,spesso coperto o volutamente ignorato dai paesi occidentali,troppo occupati a combattere un altro mostro,Hitler. Ha voluto raccontare la storia dagli occhi di una ragazza appena adolescente,piena di sogni e speranze,piena di talento artistico e pronta per fare il suo ingresso nel mondo. Una notte tutto questo viene spazzato via e comincia il lungo cammino che porterà migliaia di deportati ad attraversare la Russia fino all’estrema Siberia,tra soprusi,privazioni,malattie,addii e separazioni. Nel corso del viaggio conoscerà molte persone per bene, incontrerà quello che un giorno diventerà suo marito e che ritroverà dopo il rientro in patria,combatterà una guerra contro la violenza a suon di disegni e scritti,nascosti e tenuti al sicuro per quando un giorno potrà finalmente rivelare la realtà. Giorno che,appunto,non arriverà mai.

Inizia il viaggio bambina e tornerà ormai adulta,provata da ogni sofferenza possibile e immaginabile,con una forza e una voglia di sopravvivere che saranno le sue uniche alleate verso la libertà.

Un libro bello,intenso,crudo,che fa riflettere e che dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani di oggi su quanto siano fortunati a vivere come vivono anche grazie alle persone che nel romanzo parlano e raccontano la loro non-vita. Una finestra su un passato pieno di molte ombre e pochissime luci,intriso di negazione e rigurgito da parte di quelli che hanno preso parte a questa deportazione di massa e non hanno mai ammesso le loro colpe. Nessuno ha mai pagato per quanto successo e nessuno mai pagherà,nonostante ci siano prove incontrovertibili delle violenze e dei crimini perpetrati su popolazioni per la maggior parte innocenti.

Un libro che consiglio vivamente,che vi farà riflettere a lungo e che sono sicura rimarrà per molto tempo impresso nella memoria.

Alla prossima,

V.

L’ultimo capitolo, poi smetto

leggere

Non so a voi, ma a me capita questa fase; sono a letto, magari è già mezzanotte passata, il mio compagno a fianco che russa e io che mi dico “forza, le ultime pagine poi basta, così riposo” e quando riguardo la sveglia è l’1.40! A quel punto, se il libro è pressoché terminato non me la sento di abbandonarlo sul comodino, perché so per esperienza che faticherei a prendere sonno pensando a come andrà a finire tra loro, se l’assassino è tizio o caio e se il bambino rivedrà i suoi genitori. Insomma, avete capito: fatto 30, facciamo 31 😉

Andando a memoria (perché di questi ultimi libri non ho avuto nemmeno la forza fisica di leggere a letto, tanta la stanchezza) li posso contare sulle dita di una mano quelli che mi hanno tenuta sveglia per ore incollata alle pagine:

twilight saga

-TWILIGHT (e successivi); uno dei libri credo di averlo finito in una sera, tanta era la voglia di arrivare alla fine.

it

 

-IT; io sono una di quelle cresciute con il trauma del pagliaccio nel tombino, la barchetta che viaggia verso l’oblio e il bambino che si affaccia ignaro del pericolo. Il film non sono riuscita a vederlo tutto, ma a pezzi; il libro mi ha completamente catturata, nonostante le sue 1000 e passa pagine. Come sempre accade, nel libro la storia è più articolata, i personaggi più complessi e si può leggere anche il seguito.

la-ragazza-del-treno

 

 

 

 

-LA RAGAZZA DEL TRENO; finito in 4 ore, ho crono

i pilastri della terrametrato 😛

 

 

-I PILASTRI DELLA TERRA;

anche questo le sue belle 1000 e passa pagine mi hanno ipnotizzato, i personaggi mi hanno rapito ed emozionato, mi sono ritrovata nel 1300 con loro a vivere le stesse passioni e gli stessi drammi. Adoro questo libro! Sono ancora indecisa se leggere il seguito, perché faccio parte di quella schiera di persone che non vuole rimanere delusa dal “secondo capitolo”. Vi dirò 😉

 

 

 

E voi?

Alla prossima 🙂